Impariamo a scoprire i talenti dei nostri cani e dei nostri bambini
Stavo pensando i giorni scorsi di condividere qualche informazione riguardo alle diverse fasi di crescita dei cuccioli quando, leggendo un libro, una frase mi ha particolarmente colpito e allora le analisi più didattiche le rimandiamo, a favore di una riflessione.
Sto leggendo, anche se una pagina alla volta per mancanza di tempo, il libro “Smettila di fare i capricci” di Roberta Cavallo e Antonio Panarese e una frase oggi mi ha particolarmente colpita pensando a nostro figlio, ma anche a quanto il concetto sia importante rapportato anche ai cani, in particolare naturalmente ai cuccioli.
… i bambini non sono vasi vuoti da riempire, ma scrigni pieni di progetti, talenti e desideri da esprimere, manifestare e realizzare.
Trovandomi spesso a stretto contatto con cani cosidetti “da lavoro”, ovvero con doti che li portano ad essere predisposti verso particolari attività, il concetto sopra riportato diventa molto chiaro nell’addestramento, anche se poi non sempre l’attuazione è altrettanto semplice.
La nostra esperienza in particolare nel campo dell’utilità e difesa, e ancora più nello specifico nel mondioring, ci ha insegnato che le predisposizioni dei cuccioli vanno canalizzate fin da cuccioli ma mai chiuse.
In gergo si dice che i cuccioli in particolare, ma i cani in generale, in certe attività vanno “aperti”.
In questo caso aperti naturalmente va interpretato nell’accezione psicologica del termine, che si concretizza poi nell’addestramento nel modo di approcciarsi al cane e di interpretare i suoi atteggiamenti.
Quando in particolare si ha a che fare con cani di razze da lavoro, da cui ci si aspetta che da adulti diventino bravi in quello per cui li si è scelti, non scordiamoci che prima di mettere la rigida disciplina di alcuni esercizi, dobbiamo scoprire nello specifico quali siano le loro doti e fino a dove arriva la loro voglia di fare. E per fare questo non possiamo imporci subito con atteggiamenti duri e rigidi, ma dobbiamo imparare a giocare con loro, osservarli per capire quali siano le loro esigenze in quel momento per dare il meglio di sé stessi. Fondamentale quindi è il gioco, che si divertino con noi, che possano sentirsi appunto liberi di esprimere i loro talenti che noi dobbiamo cercare di capire osservandoli; e poi anziché esigere dal cane quello che noi vogliamo in base a come lo vorremmo noi, dobbiamo essere noi ad andare incontro al cane per convergere le sue energie e doti verso la finalità che ci siamo prefissati.
Se noi saremo bravi ad osservare ed interpretare le capacità del nostro cane, e se lui avrà le giuste doti, riusciremo poi ad impostare anche l’obbedienza da adulti in modo molto più coinvolgente e gratificante per entrambi.
Questo non vuol dire che si debba permettere al cane di fare di tutto, le basi del rispetto reciproco e della buona educazione vanno messe, ma sempre tenendo ben presente quali siano gli impulsi naturali del nostro cane e cercando quindi, nel limite del possibile, di non reprimerli, ma di convogliare il tutto verso i comportamenti che saranno importanti sia per la vita assieme di tutti i giorni, sia per il raggiungimento dei nostri obiettivi sportivi.
Le basi di tutto questo nei cani si mette nei primi mesi di vita e arrivati all’incirca all’anno di età (anche due in base alla razza e stazza del cane) il cane sta già raggiungendo la sua maturità. Nei bambini il cammino è molto più lungo e immagino anche molto più complesso, non tanto probabilmente per come sono i bambini, ma perché per noi adulti non è più così banale interpretare gli atteggiamenti più semplici e spesso non ci accorgiamo delle evidenze, perché presi dalle nostre aspettative forse ci diventa difficile cogliere i progetti, i talenti e i desideri dei nostri bambini.
Lasciamo tempo ai bambini e ai cuccioli di crescere
Un’altra frase che mi ha colpito e la seguente:
… si tende a responsabilizzare molto i bambini fra gli 0 e i 7 anni e a proteggerli eccessivamente da adolescenti.
Anche questo concetto mi ha molto colpito perché spesso le nostre aspettative ci fanno vivere con ansia, che trasmettiamo emotivamente ai nostri bambini, quelli che invece dovrebbero essere gli anni più spensierati per i nostri figli.
E allo stesso modo a volte questo accade anche con i nostri cani.
Non è che non si debbano cercare di insegnare le cose, ma bisogna capire quando ancora per loro è tutto un gioco il fatto di imparare, e quando invece poi da adolescenti, bisognerà iniziare a fargli capire meglio anche la disciplina.
Siamo a volte troppo rigidi con i nostri bambini per paura che poi da grandi non siano bravi e poi ci lasciamo andare quando sono adolescenti. Allo stesso modo a volte si pretendono da un cucciolo esercizi che ancora non è in grado di fare o una precisione che ancora non può avere, e poi quando è il momento giusto non sappiamo come chiedergli quel qualcosa di più che invece potrebbe darci.
Con questo non si vuole far passare il concetto che a bambini e cuccioli si deve lasciar fare tutto quello che vogliono, ma che il modo di rapportarsi con loro e di chiedere le cose deve partire prima di tutto dalla loro osservazione per poi capire come sia meglio chiedergli quanto sia giusto, in modo da avere cuccioli e bambini “gestibili”, e poi adolescenti e cani adulti con cui poter continuare un rapporto di educazione, scambio e crescita positivo.
Un’ultima riflessione è sul fatto che si è parlato in particolare di cani “da lavoro”, ma quanto detto è giusto applicarlo con tutti i cani, perché tutti hanno doti e predisposizioni che vanno capite, al di là del fatto che faranno con noi una qualche attività specifica.
D’altronde non sappiamo cosa faranno i nostri figli da grandi, quello che possiamo fare quando sono piccoli è cercare di renderli prima di tutto dei bambini felici, capire come aiutarli ad affrontare positivamente il mondo e renderli sicuri di sé e delle proprie capacità.
Allo stesso modo, al di là di cosa farà da adulto il nostro cane, è fondamentale instaurare con lui un rapporto di fiducia e cercare di farlo crescere come vorrebbe la sua natura, seguendo dove possibile le sue predisposizioni, per renderlo un cane sicuro ed equilibrato che starà serenamente e felicemente al nostro fianco.
Come fare in pratica tutto questo? Ogni caso è a parte, non esite la formula magica, né con i bambini né con i cani, ma in entrambi i casi l’osservazione, l’amore nel fare le cose, e il sapersi mettere in gioco credo che siano fondamentali.